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DISEGNO DI LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE
( Disegno di legge 2898 )
TITOLO I - PRINCIPI GENERALI
Art. 1.
(Ambito di applicazione)
1. La presente legge, in attuazione
dell'articolo 10, secondo comma, della Costituzione, si applica, salvo che sia
diversamente disposto, ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea
e agli apolidi, di seguito indicati come stranieri.
2. La presente legge non si applica ai cittadini degli Stati membri dell'Unione
europea, se non in quanto si tratti di norme piú favorevoli, e salvo
il disposto dell'articolo 45.
3. Quando altre disposizioni di legge fanno riferimento a istituti concernenti
persone di cittadinanza diversa da quella italiana ovvero ad apolidi, il riferimento
deve intendersi agli istituti previsti dalla presente legge. Sono fatte salve
le disposizioni interne, comunitarie e internazionali piú favorevoli
comunque vigenti nel territorio dello Stato.
4. Nelle materie di competenza legislativa delle regioni, le disposizioni della
presente legge costituiscono princípi fondamentali ai sensi dell'articolo
117 della Costituzione. Per le materie di competenza delle regioni a statuto
speciale e delle province autonome esse hanno il valore di norme fondamentali
di riforma economico-sociale della Repubblica.
5. Le disposizioni della presente legge non si applicano qualora sia diversamente
previsto dalle norme vigenti per lo stato di guerra.
6. Il regolamento di attuazione della presente legge, di seguito denominato
"regolamento di attuazione", é emanato ai sensi dell'articolo
17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Presidente
del Consiglio dei ministri, entro centottanta giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge.
7. Prima dell'emanazione, lo schema del regolamento di cui al comma 6 é
trasmesso al Parlamento per l'acquisizione del parere delle Commissioni competenti
per materia, che si esprimono entro trenta giorni. Decorso tale termine, il
regolamento é emanato anche in mancanza del parere.
Art. 2.
(Diritti e doveri dello straniero)
1. Allo straniero comunque presente
alla frontiera o nel territorio dello Stato sono riconosciuti i diritti fondamentali
della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni
internazionali in vigore e dai princípi di diritto internazionale generalmente
riconosciuti.
2. Lo straniero regolarmente soggiornante nel territorio dello Stato gode dei
diritti in materia civile attribuiti al cittadino italiano, salvo che le convenzioni
internazionali in vigore per l'Italia e la presente legge dispongano diversamente.
Nei casi in cui la presente legge o le convenzioni internazionali prevedano
la condizione di reciprocità, essa é accertata secondo i criteri
e le modalità previsti dal regolamento di attuazione.
3. Lo straniero regolarmente soggiornante partecipa alla vita pubblica locale.
4. Allo straniero é riconosciuta parità di trattamento con il
cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi
legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell'accesso ai pubblici
servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge.
5. Ai fini della comunicazione allo straniero dei provvedimenti concernenti
l'in gresso, il soggiorno e l'espulsione, gli atti sono tradotti, anche sinteticamente,
in una lingua comprensibile al destinatario, ovvero, quando ció non sia
possibile, nelle lingue francese, inglese o spagnola, con preferenza per quella
indicata dall'interessato.
6. La protezione diplomatica si esercita nei limiti e nelle forme previsti dalle
norme di diritto internazionale. Salvo che vi ostino motivate e gravi ragioni
attinenti alla amministrazione della giustizia e alla tutela dell'ordine pubblico
e della sicurezza nazionale, ogni straniero presente in Italia ha diritto di
prendere contatto con le autorità del Paese di cui é cittadino
e di essere in ció agevolato da ogni pubblico ufficiale interessato al
procedimento. L'autorità giudiziaria, l'autorità di pubblica sicurezza
e ogni altro pubblico ufficiale hanno l'obbligo di informare, nei modi e nei
termini previsti dal regolamento di attuazione, la rappresentanza diplomatica
o consolare piú vicina del Paese a cui appartiene lo straniero in ogni
caso in cui essi abbiano proceduto ad adottare nei confronti di costui provvedimenti
in materia di libertà personale, di allontanamento dal territorio dello
Stato, di tutela dei minori, di status personale ovvero in caso di decesso
dello straniero o di ricovero ospedaliero urgente e hanno altresí l'obbligo
di far pervenire a tale rappresentanza documenti e oggetti appartenenti allo
straniero che non debbano essere trattenuti per motivi previsti dalla legge.
Non si fa luogo alla predetta informazione quando si tratta di stranieri che
abbiano presentato una domanda di asilo, di stranieri ai quali sia stato riconosciuto
lo status di rifugiato, ovvero di stranieri nei cui confronti sono state
adottate misure di protezione temporanea per motivi umanitari.
7. Gli accordi internazionali stipulati per le finalità di cui all'articolo
9, comma 4, possono stabilire situazioni giuridiche piú favorevoli per
i cittadini degli Stati interessati a speciali programmi di cooperazione per
prevenire o limitare le immigrazioni clandestine.
8. Lo straniero presente nel territorio italiano é comunque tenuto all'osservanza
degli obblighi previsti dalla normativa vigente.
Art. 3.
(Politiche migratorie)
1. Il Presidente del Consiglio
dei ministri, sentiti i Ministri interessati, il Consiglio nazionale dell'economia
e del lavoro, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni
e le province autonome di Trento e di Bolzano, la Conferenza Stato-città
e autonomie locali, gli enti e le associazioni nazionali maggiormente attivi
nell'assistenza e nell'integrazione degli immigrati e le organizzazioni dei
lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale,
predispone ogni tre anni il documento programmatico relativo alla politica dell'immigrazione
e degli stranieri nel territorio dello Stato, che é approvato dal Governo
e trasmesso al Parlamento. Le competenti Commissioni parlamentari esprimono
il loro parere entro trenta giorni dal ricevimento del documento programmatico.
Il documento programmatico é emanato, tenendo conto dei pareri ricevuti,
con decreto del Presidente della Repubblica ed é pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana. Il Ministro dell'interno presenta annualmente
al Parlamento una relazione sui risultati raggiunti attraverso i provvedimenti
attuativi del documento programmatico.
2. Il documento programmatico indica le azioni e gli interventi che lo Stato
italiano, anche in cooperazione con gli altri Stati membri dell'Unione europea,
con le organizzazioni internazionali, con le istituzioni comunitarie e con organizzazioni
non governative, si propone di svolgere in materia di immigrazione, anche mediante
la conclusione di accordi con i Paesi di origine. Esso indica altresí
le misure di carattere economico e sociale nei confronti degli stranieri soggiornanti
nel territorio dello Stato, nelle materie che non debbono essere disciplinate
con legge.
3. Il documento individua inoltre i criteri generali per la definizione dei
flussi di ingresso nel territorio dello Stato, delinea gli interventi pubblici
volti a favorire le relazioni familiari, l'inserimento sociale e l'integrazione
culturale degli stranieri residenti in Italia, nel rispetto delle diversità
e delle identità culturali delle persone, purché non confliggenti
con l'ordinamento giuridico, e prevede ogni possibile strumento per un positivo
reinserimento nei Paesi di origine.
4. Con uno o piú decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti
i Ministri interessati e le competenti Commissioni parlamentari, sono definite
annualmente, sulla base dei criteri e delle altre indicazioni del documento
programmatico di cui al comma 1, le quote massime di stranieri da ammettere
nel territorio dello Stato, per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere
stagionale, e per lavoro autonomo, tenuto conto dei ricongiungimenti familiari
e delle misure di protezione temporanea eventualmente disposte a norma dell'articolo
18. I visti di ingresso per lavoro subordinato, anche stagionale, e per lavoro
autonomo sono rilasciati entro il limite delle quote predette. In caso di mancata
pubblicazione dei decreti di programmazione annuale, la determinazione delle
quote é disciplinata in conformità con gli ultimi decreti pubblicati
ai sensi della presente legge nell'anno precedente.
5. Nell'ambito delle rispettive attribuzioni e dotazioni di bilancio, le regioni,
le province, i comuni e gli altri enti locali adottano i provvedimenti concorrenti
al perseguimento dell'obiettivo di rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono
il pieno riconoscimento dei diritti e degli interessi riconosciuti agli stranieri
nel territorio dello Stato, con particolare riguardo a quelli inerenti all'alloggio,
alla lingua, all'integrazione sociale, nel rispetto dei diritti fondamentali
della persona umana.
6. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare di concerto
con il Ministro dell'interno, si provvede all'istituzione di Consigli territoriali
per l'immigrazione, in cui siano rappresentati le competenti amministrazioni
locali dello Stato, la regione, gli enti locali, gli enti e le associazioni
localmente attivi nel soccorso e nell'assistenza agli immigrati, le organizzazioni
dei lavoratori e dei datori di lavoro, con compiti di analisi delle esigenze
e di promozione degli interventi da attuare a livello locale.
7. Nella prima applicazione delle disposizioni del presente articolo, il documento
programmatico di cui al comma 1 é predisposto entro novanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente legge. Lo stesso documento indica la
data entro cui sono adottati i decreti di cui al comma 4.
8. Lo schema del documento programmatico di cui al comma 7 é trasmesso
al Parlamento per l'acquisizione del parere delle Commissioni competenti per
materia, che si esprimono entro trenta giorni. Decorso tale termine, il decreto
é emanato anche in mancanza del parere.
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