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... "Che cosa sarà mai? Forse hanno portato un altro cadavere." E di fatti vidi che di lì a poco calarono giù un uomo morto, e poi una donna viva, la quale piangeva e si lamentava; e calarono giù anche una provvista, più abbondante; del solito, di pane e di acqua. La donna non mi vide e quelli di sopra chiusero l'apertura della grotta e se ne andarono. Allora, impugnata a mo' di mazza la tibia d'un morto, mi avvicinai di soppiatto alla donna e la colpii sul capo. Quella gettò appena un breve grido e cadde svenuta; la colpii una seconda e una terza volta fino a che morì; allora m'impadronii del suo pane e della sua acqua e frugandole addosso mi accorsi che era carica di gioielli e di monili d'oro, perché era abitudine di quella gente seppellire le donne con tutte le loro gioie. Portai i viveri nel mio cantuccio e mi cibai con quelli prendendone solo quel tanto che era necessario per mantenermi in vita, perché temevo che se fossero finiti troppo presto sarei morto di fame e di sete. Tuttavia non persi mai la fiducia nell'Onnipotente Allah. Rimasi così in quella caverna per molto tempo, uccidendo tutti gli esseri viventi che vi venivano calati e nutrendomi con le loro provviste, fino a che un giorno, mentre dormivo, fui svegliato da uno strano rumore, come di qualcuno che frugasse fra i cadaveri in un angolo della caverna. " Che cosa sarà mai? " mi dissi. Balzai in piedi e, afferrata la tibia, mi avvicinai al punto da cui veniva il rumore. Non appena la creatura che aveva provocato quel rumore si accorse di me, fuggì via verso la parte interna della grotta, e allora capii che si trattava di un animale selvatico. Mi inoltrai anch'io verso l'estremità dell'antro, fino a che vidi lontano un punto luminoso, non più grande di una stella, che appariva e spariva. Continuai a camminare e, a mano a mano che avanzavo, il punto diventava sempre più grande e più luminoso, fino a che fui sicuro che si trattava di un'apertura nella roccia che conduceva all'aperto; allora mi dissi: " Senza dubbio ci deve essere una ragione per questa apertura:, o è la bocca di una seconda caverna, simile a quella nella quale sono stato calato, oppure è una fessura naturale della roccia," Quando arrivai al punto da cui proveniva la luce mi accorsi che si trattava di una breccia nel fianco della montagna, che gli animali selvatici avevano allargato scavando in modo da potere entrare e uscire liberamente e divorare i cadaveri. Quando vidi tutto questo, l'animo mio si rallegrò, mi tornò la speranza e fui certo di poter sopravvivere. Così, come in sogno, allargai quella breccia in modo da poterci passare e uscii all'aperto, trovandomi sul pendio di un'alta montagna che guardava il mare e che da quella parte impediva ogni accesso all'isola, così che da quel punto della costa era impossibile raggiungere la città.
Lodai Iddio e lo ringraziai rallegrandomi immensamente per la mia salvezza. Poi, attraverso quel buco, ritornai nella grotta e portai fuori tutte le provviste che avevo messo da parte e presi anche alcuni vestiti dei morti; dopo di che raccolsi le collane di perle, e i gioielli e i monili d'oro e d'argento e ogni altro ornamento di valore che potei - trovare sui cadaveri; usai le vesti dei cadaveri per fare dei fagotti e portai tutta questa roba fuori, sul fianco della montagna, davanti al mare, dove mi stabilii alla bell'e meglio intendendo aspettare colà fino a quando l'Onnipotente si fosse degnato inviarmi un aiuto sotto forma di una nave di passaggio. Ogni giorno tornavo nella caverna. e quando trovavo degli esseri viventi seppelliti vivi colà, li uccidevo, uomini o donne che fossero, mi impadronivo del loro cibo e dei loro gioielli, che trasportavo nel mio covo a picco sul mare.
Rimasi in quel posto parecchio tempo, continuando sempre a riflettere sui miei casi, fino a che un giorno vidi in mezzo al mare una nave di passaggio. Presi allora un pezzo di stoffa bianca che avevo con me, la legai a un bastone e mi misi a correre su e giù facendo dei segnali e gridando, fino a che l'equipaggio della nave, udendo le mie grida, mi scorse e mandò a terra una barca a prendermi. Quando la barca fu vicina alla riva, i marinai mi chiamarono dicendo: " Chi sei tu, e come mai sei arrivato su questa montagna dove in vita nostra non abbiamo mai visto alcuno? " lo risposi: " Sono un onesto mercante che ha fatto naufragio, ma mi sono salvato e ho salvato con me una parte dei miei averi aggrappandomi a un relitto della nave; con la benedizione di Allah e grazie alla mia forza e alla mia abilità, ho preso terra in questo luogo, dove sono rimasto ad aspettare che qualche nave di passaggio si accorgesse di me e mi prendesse a bordo. " Allora quelli mi fecero salire sulla barca insieme con i miei fagotti di gioielli e di preziosi e tornarono verso la nave, dove il capitano mi disse: " Come mai un uomo si trovava in quel luogo, su quella montagna, dietro la quale sorge una grande città? Per tutta la vita non ho fatto altro che navigare ... continua ...
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