Storia di Ala ed-Din figlio di Shams ed-Din
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pilastriHo sentito narrare, o re fortunato, che c'era una volta in Egitto un venerabile mercante rispettato da tutti per la sua onestà, per la sua cortesia e serietà, per le sue ricchezze e perché possedeva schiavi e schiave in quantità. Un giorno, che era di venerdì, prima di recarsi alla moschea per la preghiera, andò al bagno pubblico a fare le abluzioni prescritte dalla legge, quindi si recò dal barbiere e prese lo specchio e, dopo aver pronunciato la formula di rito acciocché la vanità non s'impadronisse del suo cuore, si guardò nello specchio dove era riflessa la sua faccia e purtroppo vide che la barba era tutta cosparsa di peli bianchi. Allora pensò: "La barba che incanutisce è segno di vecchiaia, e la vecchiaia è messaggera della morte". E con questi tristi pensieri tornò a casa dove la moglie, che lo attendeva, si era fatta bella per accoglierlo lietamente. "Felicità a te" gli disse quando il mercante entrò da lei. "Che felicità può esserci per me?" rispose il marito. "Qual è la causa di tanta pena, e perché ti addolori cosi?" chiese la moglie “Tu sola sei la causa della mia pena", rispose il marito,"E come mai?" chiesa la moglie "Sappi, o donna, che quando mi reco al suk vedo gli altri mercanti seduti nelle loro botteghe con accanto chi uno, chi due, chi tre o quattro figli. A me solo è negata questa consolazione. Perciò prego Allah, il quale tolse la vita ai miei padri, di fissarmi una morte che ponga fine a tante pene", "Mangia e non pensarci", gli disse la moglie. "No, per Allah, non voglio né mangiare né bere né prendere cosa alcuna dalle tue mani, perché la colpa della nostra sterilità è tua. La prima notte che giacqui con te mi facesti promettere che non avrei preso altre mogli né concubine, ma ecco che tu sei rimasta sterile, eppure non mi hai liberato dal mio giuramento! In verità fecondare te è come voler fecondare una roccia!", "Il nome di Allah sia su di me!" lo rimbeccò la moglie. "La verità è che il tuo seme è freddo e senza consistenza", "E se anche ciò fosse, che cosa dovrei fare?" chiese il marito, "Va' dagli speziali", rispose la moglie, "e chiedi un medicamento per riscaldare il seme e renderlo più denso”.
Il giorno dopo, di buon mattino, Shams ed-Din si recò al mercato, entrò da uno speziale, lo salutò e quello gli restituì il saluto; quindi Shams ed-Din gli chiese: "Hai un farmaco che renda più caldo e più consistente il seme dell'uomo?". Lo speziale non seppe che cosa rispondere a questa richiesta insolita, così si limitò a dire: "Ne avevo ma l'ho finito. Prova dallo speziale qui accanto". Inutilmente Shams ed-Din fece il giro di tutti gli speziali del mercato, i quali si ridevano di lui. Tornò allora nella sua bottega e si sedette triste e sfiduciato, quand'ecco vide fermarsi davanti a lui il capo dei sensali del mercato, un mangiatore di hashìsh, un ubriacone, un consumatore d'oppio, insomma un uomo dedito alla crapula che si chiamava lo sceicco Muhammad Samsam. Costui aveva l'abitudine di recarsi tutti i giorni a salutare Shams ed-Din, e così fece anche quel giorno, ma il mercante gli rispose di cattivo umore. "Signore", disse Muhammad Samsam, "perché sei di cattivo umore?", il mercante gli raccontò allora quale fosse il suo cruccio e come quella mattina avesse girato tutto il mercato per cercare una droga che facesse al caso suo, ma senza riuscirvi. Allora il capo dei sensali gli disse: "Che cosa diresti se io avessi il rimedio che cerchi?" E Shams ed-Din rispose: "Sappi, Muhammad Samsarn", rispose Shams ed-Din, "che se riuscirai a tanto farò di te un uomo ricco". "Per adesso dammi un dinar", disse Muhammad Samsam "e quella ciotola di porcellana" " Eccoti due dinar", disse Shams ed-Din consegnandogli due monete d'oro e la ciotola di porcellana.
Dopo di che Muhammad Samsam si recò al mercato ad acquistare gli ingredienti che gli occorrevano. Comperò due once di cubebe cinese, un'oncia di olio di lino, cannella, chiodi di garofano, un'oncia di cinnamomo rosso di Screndib, cardamomo bianco di Malabar, zenzero indiano, pepe bianco e una mezza oncia di timo di montagna. Mescolò il tutto dopo averlo passato al setaccio, vi unì del miele puro e fece una pasta ben liscia, alla quale aggiunse cinque grani di muschio e un'oncia dì uova di pesce pulite. Vi aggiunse ancora un po' di giulebbe all'acqua di rose e mise il tutto nella ciotola di porcellana. Si recò subito da Shams ed-Din e gli diede la ciotola dicendo: "Mangia questa pasta due ore prima del contatto carnale. Bisognerà però che tu mangi esclusivamente questi cibi: piccioni arrosto molto drogati, pesci maschi con tutto il latte e testicoli di montone appena arrostiti".
Shams ed-Din si recò subito a casa, seguì scrupolosamente la dieta che gli aveva prescritto Muhammad Samsam, mangiò la pasta e senti che il sangue gli si riscaldava nelle vene; si accoppiò allora con la moglie con tanto vigore che questa rimase incinta di lui e dopo nove mesi le vennero le doglie e si sgravò di un bambino bello come la luna, sul capo del quale la levatrice invocò i nomi di Allah, di Muhammad e di Alì. Poi lavò il bambino, ... continua ...

 
 
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