Storia di Sindbad il Marinaio
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pilastri... ordinai di prepararmi con quel legno un arcione dopo avergliene fatto il disegno. Poi mi feci portare la lana, la cardai e ne feci un bel feltro di sottosella; poi, quando l'arcione fu pronto, vi adattai sotto il feltro e con il cuoio feci dei bei quartieri, delle cinghie e degli staffili. Alla fine chiamai un fabbro ferraio e mi feci fare due belle staffe. Quando tutto fu pronto, mi recai nelle stalle del re, scelsi il miglior cavallo e gli posi addosso la sella, quindi mi recai dal sovrano, il quale mi ringraziò, montò a cavallo e rimase assai contento di quella sella, sì che mi compensò generosamente per il lavoro che avevo fatto. Quando il visir di quel re vide la sella, mi chiese di fame una anche per lui. Poi, a mano a mano, tutti i grandi del regno, e gli ufficiali, e infine anche la gente comune vennero a chiedermi di fabbricar loro delle selle. Così:, con l'aiuto del carpentiere e del fabbro, mi dedicai a questa industria e in breve, tempo ammassai una considerevole fortuna, il che aumentò grandemente la stima da cui ero circondato e m'innalzò nel favore del re. Ora avvenne che un giorno questo re mi mandò a chiamare e mi disse: " Tu ormai vivi presso di noi e sei diventato come uno di noi, e ci sei caro come un fratello. Ed è tanto l'affetto e la considerazione che abbiamo per te che non sopporteremmo di vederti partire; però io voglio da te una cosa alla quale dovrai ubbidire senza contraddirmi. " lo risposi:'" 0 re, che cosa vuoi da me? Chiedilo, e ti assicuro che io non ti contraddirò in nulla, perché tale è il debito di riconoscenza che ho verso di te che io sono diventato come un tuo servo. " Egli disse: " Ho pensato di sposarti ad una donna che è giovane, bella, intelligente come nessun'altra, ed è tanto ricca quanto è bella; voglio che tu la sposi e prendi così stabile domicilio presso di noi, ed anzi voglio che tu vada ad abitare in uno dei miei palazzi. Perciò ti prego di non contraddirmi in questo mio desiderio. " Quando ebbi udito queste parole, rimasi vergognoso e confuso per tanta generosità e non seppi fare altro che inginocchiarmi e baciare la terra davanti a lui. Allora il re, senza porre indugio, chiamò il cadì e i testimoni e volle che fosse steso il mio contratto di nozze con una fanciulla appartenente a una famiglia fra le più nobili del reame; e costei era non solo di meravigliosa bellezza e di alto lignaggio, ma padrona anche di poderi e immobili. Poi il re mi regalò una grande e bella casa con schiavi e servi e mi assegnò un ricco appannaggio. Così io mi reputai il più fortunato degli uomini, anche perché, dopo aver conosciuto mia moglie, l'amai col più tenero amore e fui da essa ricambiato. E cominciammo a trascorrere i nostri giorni fra ogni agio e felicità. Ed io andavo spesso dicendomi: " Se mai tornerò in patria, la porterò con me. " Ma quello che il destino riserva all'uomo è ineluttabile, e nessuno sa ciò che gli può accadere.
Mentre i miei giorni trascorrevano così sereni e lieti, Allah Onnipotente decretò la morte della moglie di un mio vicino. Poiché questi era un mio amico, io mi recai a casa sua e lo trovai abbattuto e depresso; dopo avergli fatto le mie condoglianze, cercai di consolarlo dicendogli: " Non affliggerti per colei che è nella grazia di Allah; sicuramente Iddio ti darà una moglie migliore,in cambio di questa, e, se Allah vuole, il tuo nome continuerà ad essere onorato finché tu vivrai, lungamente, su questa terra! " Ma a queste parole il vicino si mise a piangere ancor più amaramente e mi rispose: " Amico mio, come posso sposare un'altra donna, e come può Allah darmi una moglie migliore di quella che ho avuto se mi resta appena un giorno da vivere? " " Fratello mio, " gli dissi, " ritorna in te e smettila di preannunciare la tua morte, perché tu sei sano e stai in ottima salute. " " Amico mio, " continuò quello, " ti giuro che domani io morirò e tu mi rivedrai solo nel giorno della resurrezione. " Allora io gli dissi: " Ma si può sapere di che cosa stai parlando? " E quello mi rispose: " Oggi stesso seppelliranno mia moglie e seppelliranno anche me insieme con lei, perché è usanza di questo paese seppellire vivo il marito con la moglie se questa muore prima, e lo stesso fanno con la moglie nel caso che a morire prima sia il marito; e ciò si fa affinché nessuno possa godersi la vita dopo la morte del suo compagno. " " Per Allah, " esclamai io, " questa è una usanza fra le più barbare e insopportabili che abbia mai conosciuto! "
Mentre così discorrevamo, ecco che arrivò una gran folla di gente e tutti cominciarono a condolersi con il mio amico per la moglie e per lui stesso. Poi misero la moglie in una bara e la portarono, insieme con il marito, fuori della città, fino a che giunsero in un luogo dove era l'imboccatura di una profonda caverna, chiusa con un grosso macigno. Tolsero il macigno dalla bocca della caverna e gettarono di sotto la bara con la defunta; poi legarono una corda, fatta con fibre di palma, alle ascelle del mio amico e lo calarono in fondo alla caverna, e quando questi fu giunto sul fondo si sciolse da sé la corda e quelli la ritirarono. ... continua ...

 
 
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