Storia di Ala ed-Din figlio di Shams ed-Din
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pilastri... mercanzia io non la vendo? Ora tieniti pure i tuoi vestiti e i tuoi muli ed aprimi la porta perché io me ne vado".
Così Alà ed-Din uscì nella notte e si avvio per la città deserta. A un certo punto arrivò davanti alla porta di una moschea e, non sapendo dove andare, entrò pensando di passarvi la notte. Ma ecco che vide arrivare verso di lui due mercanti, uno vecchio e l'altro giovane, accompagnati da due schiavi che reggevano dei lumi. Il più anziano dei due, dopo avere osservato attentamente Alà ed-Din gli disse: " La pace sia su di te! Sei straniero, ragazzo mio? " " Sono egiziano, " rispose Alà ed-Din, " mio padre è Shams ed-Din, capo dei mercanti del Cairo. Io ero in viaggio verso questa città con un carico di mercanzie quando sono stato assalito dai beduini, che mi hanno spogliato di ogni cosa. Così, non sapendo dove andare, mi sono rifugiato in questa moschea per passare la notte. " " Sia benedetto Allah che ti ha messo sul nostro cammino! " esclamò il vecchio. " Figlio mio, ti., andrebbe di guadagnare mille dinar, più un vestito che ne vale altri mille e una mula che vale pure mille dinar? " " E che cosa dovrei fare per tutto questo? " chiese Alà ed-Din. " Sappi, ragazzo mio, " cominciò a spiegare il vecchio, " sappi che questo giovane è figlio di un mio fratello, e che io l'ho fatto sposare qualche tempo fa con la mia unica figlia che ha nome Zubaida. Ora, giorni fa è accaduto che costui, in un momento d'ira, pronunciasse contro la moglie, per tre volte, la formula del ripudio. Zubaida, che non può sopportare costui, lo prese in parola, si velò il volto, poiché da quel momento il marito era diventato per lei un estraneo, e se ne andò da casa. Questi pentito del suo gesto, è venuto poi da me a chiedermi di ridargli indietro la moglie. Ma come tu sai la legge musulmana prescrive che un uomo non possa riprendersi indietro la moglie che ha ripudiato, a meno che questa non abbia contratto un nuovo matrimonio e sia stata ripudiata dal nuovo marito. Ora, se tu sei d'accordo, andremo dal cadì,1 stipuleremo un contratto di nozze, tu passerai la nottata con Zubaida e domani mattina sul far del giorno la ripudierai. Poichè sei straniero e nessuno ti conosce, la cosa rimarrà segreta fra te, noi e il cadì e non vi sarà scandalo. Tuttavia, se domani rifiuterai di ripudiare tua moglie, dovrai sborsare una dote di diecimila dinar ".
Dopo avere ascoltato questa proposta, Alà ed-Din pensò fra sé: " Passare la notte facendo all'amore, al coperto e su un buon letto, è sempre meglio che passarla per la strada. In più, domani mattina mi troverò in tasca mille dinar, un vestito e una mula. L'affare mi sembra vantaggioso. " Alà ed-Din disse che accettava, e subito lui e il vecchio si recarono dal cadì, che stese il contratto di nozze. Ciò fatto, il vecchio mercante e Alà ed-Din andarono in casa della donna divorziata e il padre, entrato nelle stanze della figlia, disse a costei: " Figlia mia, ti ho trovato per marito un bel giovane chiamato Alà ed-Din, trattalo con cortesia e passa con lui una bella nottata. Questo è il contratto di nozze. " Quindi il vecchio andò a raggiungere Alà ed-Din e lo pregò di aspettare nel vestibolo fintanto che la figlia non si fosse preparata per riceverlo. Ciò detto se ne andò.
Nel frattempo, il marito di Zubaida si era recato a trovare la sua vecchia balia, una donna assai scaltra, e le aveva detto: " Madre mia, inventa qualche astuzia affinchè Zubaida e questo giovane non giacciano insieme questa notte. " " Nulla di più facile! " disse la vecchia. E, copertosi il volto con il velo, se ne andò difilato alla casa di Zubaida, dove, nel vestibolo, incontrò Alà ed-Din. " Ho portato le medicine per la giovane divorziata, povera ragazza! " disse la vecchia. " A che servono queste medicine? " chiese Alà ed-Din. " La povera giovane, " rispose la vecchia, " è afflitta dalla lebbra, e io spero, con questi unguenti, di riuscire un giorno o l'altro a guarirla. " " Afflitta dalla lebbra? " esclamò Alà ed-Din. " E io che dovevo giacere con lei questa notte! " " Allah ti preservi! " esclamò la scaltra vecchia. " Se ti è cara la purezza del tuo corpo, ti consiglio di non farlo. " E detto questo la vecchia entrò nelle stanze di Zubaida, alla quale tenne più o meno lo stesso discorso.
Allora Zubaida disse che non voleva avere alcun contatto con quel giovane e che avrebbe preferito morire piuttosto che contagiarsi con la lebbra. Chiamò una schiava e le ordinò di portare da mangiare al giovane che era nel vestibolo lasciandolo dove si trovava. Alà ed-Din mangiò quello che la schiava gli portò; quindi, non vedendo comparire nessuno, per ingannare il tempo, si mise a recitare, con la sua voce fresca ed armoniosa, una sura del Corano. Udendo quella voce, Zubaida tese l'orecchio e pensò in cuor suo: "Quella vecchia della ... continua ...

 
 
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